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 nuovapiazza1

COME RIDISEGNARE I LUOGHI "MINIMI"

Com’è possibile oggigiorno immaginare nei nostri Quartieri delle Piazze, laddove Inesistenti? Per quale motivo dovremmo farlo? E con quali modalità conviene approcciarsi alla questione?

Nel Quartiere di Santa Lucia si è tentato un esperimento che per ora pare riuscito e che il tempo e i cittadini decideranno se sia così valido da considerarsi definitivo.

Tecnicamente si tratta di urbanistica sperimentale, ma il termine in voga è urbanistica “tattica”, suggerendo un’azione veloce di riappropriazione degli spazi degradati e/o sottoutilizzatI.

Questa strategia la si attua marcando con colori nuovi l’ambito che deve essere trasformato, facendo sì che sia immediatamente percepibile la differenza, rispetto all'assetto precedente, dalla popolazione.

Se l’idea è valida, nel tempo potrà essere resa definitiva con opere di ripavimentazione che richiederanno una spesa ben maggiore.

L’incrocio tra Via Valeggio e Via Monzambano è stato scelto dal progettista e consigliere di circoscrizione Daniele Madella, sia per la consistente (anzi eccessiva) superficie già dedicata al transito e al parcheggio di autoveicoli, sia per poter rispondere indirettamente ai fatti spiacevoli accaduti lo scorso aprile, quando  alcune persone furono raggiunte dai pallini sparati da una pistola o un fucile ad aria compressa, mentre siedevano su alcune panchine poco distanti.

Dopo un confronto con gli uffici tecnici del Comune di Verona per assicurarsi della fattibilità dell’intervento, ne è scaturita la possibilità di rimodulare la forma della carreggiata per dedicare qualche centinaio di metri quadri non più alle autovetture, ma a chi un domani vorrà sostare innanzi al distretto sanitario che si colloca proprio su questo incrocio.

Questo luogo gode di una ulteriore particolarità: esso ospitava una statua dello scultore spoletino Leoncillo Leonardi (1915-1968), opera della quale si sono perse le tracce alla fine degli anni ‘70 e che gli era stata commissionata per marcare la centralità di quello spazio nell’appena concluso quartiere INA Casa (metà anni ‘60).

Il progetto dell’odierna riqualificazione urbana anche per questo motivo doveva elevarsi a livello artistico ed ecco che l’incontro con l’artista contemporaneo brasiliano Wesley Alves Da Silva ha permesso di definire in breve tempo il quadro d’intervento.

L’Opera realizzata direttamente sull’asfalto racconta con la metafora del cerchio l’incontro dei colori primari, la relazione umana, i legami naturali, la vita.

Osservandola con attenzione si può cogliere sia la vivacità dell’idea che la rigorosa struttura geometrica, la quale ha richiesto molte ore di progettazione e tracciamento sul posto. I cerchi infatti sono concentrici ma anche tangenti, di tre diversi diametri e sempre collegati tra loro. Queste forme rappresentano uno spunto interessante per i bambini che possono utilizzarle per inventare giochi nuovi e fantasiosi.

Torniamo alle domande iniziali: vale la pena dedicare tempo e attenzione ad una trasformazione sperimentale del territorio di questo tipo?

Se i residenti e il tempo stabiliranno quale sia la risposta adeguata, quello che conta è osservare come la riappropriazione di un luogo con gesti d’amore, perchè l’arte riconduce ad esso, può essere un importante messaggio di attenzione nei confronti di chi abita quel luogo.

L’urbanistica sperimentale, non condotta con intento autoreferenziale ma per restituire allo spazio pubblico una funzione vocata alla relazione, può essere attuata anche in spazi ristretti, con l’effetto di valorizzare non solo essi ma anche il loro intorno.

Da qui, se oltre all’azione urbanistica seguiranno quella politica e sociale, potranno avviarsi altre attività di ricongiungimento tra le persone; se le strade sono spesso luogo di scontri, una nuova piazza può permettere nuovi e svariati incontri.

Dobbiamo percorrere spediti la via della "cultura sociale" e popolare, della riappropriazione degli spazi collettivi ma anche dell'invenzione di nuovi territori di aggregazione. Questo esperimento divenga pilota per un ripensamento dei luoghi, più o meno marginali, della nostra Città.

. DEMOS VERONA

lente


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