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CAMBIARE PARADIGMA

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il sociologo e filosofo Maurizio Lazzarato ha scritto un saggio, “La Fabbrica dell’uomo indebitato” e voglio condividere con voi alcune righe della sua lettura critica del sistema neoliberista, sistema economico che a partire dagli anni ’70 sta dominando il mondo, senza che molti se ne accorgano.

La chiave di lettura del prof. Lazzarato si fonda sull’economia del debito: la fabbrica dei debiti è il motore economico e cuore strategico delle politiche neoliberiste.

Tutto il mondo economico attuale si fonda sul fatto che siamo tutti debitori: fin dalla nascita in Italia un bambino ha € 46.900,00 di debito pubblico a suo carico. Non solo, le crisi che si sono susseguite dal crollo della new economy, in particolare, ad oggi sono colpa nostra: perché andiamo in pensione troppo presto, non siamo abbastanza flessibili, spendiamo soldi in cure mediche e viviamo oltre i nostri mezzi.

Le soluzioni quindi alle crisi sono le cosiddette riforme. Riforma del lavoro, in particolare, con riduzione dei salari e tagli alle spese sociali, precarizzazione e flessibilità. “I lavoratori sono dei poveri pezzenti che devono essere disponibili alla flessibilità permanente”. La riforma fiscale (così attuale in questi giorni), che segue la stessa logica, con la riduzione delle imposte a favore in particolare delle imprese e degli strati più ricchi della popolazione e contemporaneamente riduzione delle spese sociali. “In questo paese va tutto benissimo per i ricchi, non siamo mai stati così prosperi. E’ una lotta di classe, ed è la mia a vincere” (Warren Buffet).

E così no agli aumenti salariali, ma credito al consumo e rendita finanziaria; no al diritto all’alloggio, ma prestiti immobiliari; nessun diritto alla scolarizzazione, ma prestiti per pagare studi; nessuna garanzia sociale contro i rischi (disoccupazione, sanità, pensione), ma investimenti nelle assicurazioni individuali. Lo Stato sociale diventa esso stesso creatore dell’uomo indebitato restringendo tutti i diritti sociali.

Non solo, ma uno dei migliori strumenti di sfruttamento è il credito: qui non interessano le tue capacità critiche o intellettuali, bensì il tuo modo di vivere, le tue scelte, decisioni, promesse. L’uomo e la sua moralità vengono valutati con la sua solvibilità!

E il debito si appropria non solo dell’oggi, ma esercita una prelazione sul futuro di ognuno e sull’avvenire della società nel suo complesso, neutralizzando il tempo, inteso come creazione di nuove possibilità, base di tutti i cambiamenti politici e sociali. E i diritti sociali (disoccupazione, sussidi, minimi sociali, sanità)? Diventano essi stessi debiti sociali e debiti privati, così l’utente non è che un debitore che deve “rimborsare” attraverso l’assunzione di comportamenti conformi (es. il costo delle prestazioni sanitarie esplicitate nei referti ci dice che sarebbe meglio non farle per non pesare sui conti).

Anche attraverso il consumo intratteniamo un rapporto quotidiano con l’economia del debito: la carta di credito è il modo più semplice per trasformare il possessore, in un uomo indebitato a vita.

Non solo, ma la potenza della moneta – di cui lo Stato ha delegato il potere a Enti e Banche - non sta tanto nel potere d’acquisto maggiore, ma nel fatto che determina la direzione dei flussi di finanziamento: dispone del tempo in quanto possibilità di sfruttare, sottomettere e comandare altri uomini.

Esiste quindi una nuova alleanza neoliberista che raggruppa le banche, gli investitori, le imprese private, i governi, ma anche i media e i rappresentanti del mondo accademico: un’alleanza che attacca la logica del Welfare e le sue spese sociali.

Il programma politico neoliberista vuole ridurre il debito, ma attraverso il controllo del sociale e del welfare (redditi, pensione, servizi sociali) e allo stesso tempo privatizzarne i servizi trasformandoli in profitto per imprese private. Sta di fatto che “le elezioni che si svolgono in questi Stati (gli Stati europei) si fanno su programmi economici già dettati dai vincoli economici e finanziari decisi all’esterno del territorio nazionale”.

Con i neoliberisti contemporanei l’economia del debito organizza una precarizzazione economica ed esistenziale permanente. Siamo in continua crisi, oscillando tra crescita e mancanza, tra progressi e disastri!

E allora? Cosa possiamo fare? Il debito ci domina, la finanziarizzazione ci sovrasta, lo Stato è senza poteri e il futuro diventa incertezza: serve recuperare un nuovo progetto di Società! Il prof. Lazzarato propone la cancellazione del debito come possibile ripartenza… ma noi quale idea di Società abbiamo? 

AGOSTINO TRETTENE

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